Oltre gli accordi con l’Algeria - il gas in Europa rimane una questione aperta

di Gianluca Teresi

La società Nord Stream AG, in data 11 luglio 2022, ha chiuso il Nord Stream 1 per i preventivati lavori di manutenzione; i lavori, programmati con largo anticipo, dovrebbero durare solo 10 giorni e terminare in data 21 luglio 2022. Durante tale finestra temporale, sono state annunciate – anche dal portavoce della Commissione Europea – interruzioni delle forniture dal gasdotto, che dalla baia di San Pietroburgo attraversa il mar Baltico per arrivare a Greifswald, in Germania.

I lavori di manutenzione hanno suscitato molto nervosismo allarmando numerosi paesi dell’Unione Europea; ed infatti, molti di essi, temono che la manutenzione ordinaria possa trasformarsi in un pretesto per la definitiva interruzione delle forniture di gas dalla Russia all’UE, le quali nei mesi scorsi sono state già significativamente ridotte.

Il Cremlino invece ha rassicurato l’eurozona affermando che una volta completata la manutenzione il gasdotto riprenderà le forniture secondo i termini e le condizioni dei contratti in essere.

D’altra parte, il ministro francese dell’economia Bruno le Maire è intervenuto sul tema esortando l’Europa a prepararsi all’ipotesi di uno stop totale in relazione ai rifornimenti provenienti da Mosca; numerosi paesi (tra cui l’Italia) avevano già preventivo tale possibilità implementando un piano emergenziale (che nel prosieguo verrà brevemente illustrato).

Gazprom, il fornitore di gas russo numero uno, infatti, aveva tagliato la fornitura del gas nelle passate settimane, motivando la parziale riduzione con problemi tecnici legati ai pezzi di ricambio di alcune turbine. I pezzi dapprima erano transitati in Germania e da lì erano stati successivamente spediti nelle officine del Gruppo Siemens vicino a Montreal, Canada, per l’attività di ordinaria manutenzione; la turbina, tuttavia, era stata bloccata a causa delle sanzioni e per tale motivo si è reso necessario un successivo intervento del governo tedesco per ottenere la risoluzione dell’impasse.

La Germania, invero, ha agito in tal modo al fine di negare a Mosca un pretesto per concretizzare il definitivo stop del flusso di gas russo. Intanto, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky con parole irremovibili ha condannato il comportamento dello stato tedesco, che secondo lui avrebbe illegittimamente aggirato le sanzioni introdotte contro la Federazione Russia. Sul punto, Bruxelles, replicando a Kiev, ha riferito che “le sanzioni non si applicano ai beni o alla tecnologia legata al trasporto del gas” e che la Russia aveva utilizzato tale scusa – anche nelle scorse settimane – per ridurre a scopo strategico le forniture verso l’Europa.

Dopo la decisione del Canada di restituire – a seguito dell’attività manutentiva – la componentistica necessaria al funzionamento del gasdotto, è leggermente sceso il prezzo del gas. Invero, oggi, ad Amsterdam, nel mercato di riferimento per l’Europa, il gas naturale è scambiato a circa 164 euro al Megawattora (si veda, Dutch TTF Natural Gas Futures).

Anche in Italia, come precedentemente anticipato, è stato strutturato – per ragioni cautelative – un piano di austerità energetica. Il nuovo piano d’emergenza del governo prevede interventi mirati su riscaldamento, aria condizionata e illuminazione. Potrà, infatti, essere introdotto un coprifuoco in negozi (alle 19) e locali (alle 23), nonché tagli a luce e gas nelle case (secondo i dati, con il razionamento residenziale si può arrivare a risparmiare il 20% del gas che arriva dalla Russia). Il piano inoltre prevede un maggiore utilizzo dell’energia derivata dal carbone e le estrazioni di gas dalle piattaforme attraverso il sistema di trivellazione; in ogni caso, è prevista anche una parziale riduzione del gas e delle elettricità per le imprese “interrompibili”, ossia per quelle imprese che non vengono considerate essenziali.

Il piano è stato predisposto al fine di sopperire alla possibile interruzione definitiva dei flussi di gas dal territorio russo e anticipa la strategia unitaria sul razionamento energetico che verrà adottata in seno all’UE per coordinare l’azione dei 27 stati membri.

Il piano prevede anche raccomandazioni e misure volte ad incoraggiare la popolazione ad un uso cauto e parsimonioso delle fonti energetiche.

In ogni caso, è bene rammentare che il Piano di Emergenza del sistema italiano del gas naturale (che andrà aggiornato alla luce dei nuovi eventi) era stato introdotto nel panorama giuridico italiano con la pubblicazione in Gazzetta in data 9 ottobre 2020, e prevedeva, tra le altre cose, tre livelli di crisi: (i) preallarme (“early warning”), che è quello in cui ci troviamo oggi in Italia, (ii) allarme (“alert”) ed (iii) emergenza (“emergency”). Nei primi due è ancora assicurato il flusso di gas anche se è comunque previsto un sistema di monitoraggio costante che, in caso di aumento dei rischi, fa passare il livello da preallarme ad all’allarme; nel terzo, invece, non è assicurata la fornitura di gas dal mercato e quindi scattano misure straordinarie, che vanno dall’utilizzo dello stoccaggio strategico, a nuove soglie di temperatura, alla possibilità di interrompere la fornitura ad alcuni settori industriali ecc..

In Italia, medio tempore, il Senato ha approvato la legge 15 luglio 2022, n. 91 rubricata “Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 17 maggio 2022, n. 50, recante misure urgenti in materia di politiche energetiche nazionali, produttività delle imprese e attrazione degli investimenti, nonché in materia di politiche sociali e di crisi ucraina”.

Con l’approvazione della legge, su cui il Governo ha posto la questione di fiducia, sono state introdotte, inter alia, misure volte a (i) introdurre o incrementare i crediti d’imposta in favore di talune imprese e/o lavoratori in determinati settori energivori ovvero strategici; (ii) aumentare la capacità di rigassificazione ed accelerare lo stoccaggio di gas naturale; (iii) incrementare la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili in settori strategici.

Prima dell’approvazione della legge, i 5 Stelle – contrari all’approvazione di alcuni articoli – hanno abbandonato l’aula di Palazzo Madama causando così una crisi di Governo. In ogni caso, è bene rammentare che, come noto, la legge n. 400 del 1988 e l’art. 161 del regolamento del Senato, che disciplinano l’istituto della questione di fiducia, impongono al Governo di restituire il mandato al Capo dello Stato solo qualora venga respinta dal Parlamento la questione di fiducia.

In questo caso, invece, il Parlamento ha dato nuovamente la fiducia al Governo, essendo stata approvata la legge grazie al voto favorevole della maggioranza dei Senatori; quindi, secondo il dettato normativo, il Governo potrà rimanere in carica almeno fin quando godrà della fiducia del Parlamento.

Per ultimo, di particolare importanza nella nuova legge, è l’art. 13, rubricato “Gestione dei rifiuti a Roma e altre misure per il Giubileo della Chiesa cattolica per il 2025”, mediante cui vengono assegnati al Commissario straordinario per il Giubileo 2025 – per il periodo del suo mandato e con riferimento al territorio di Roma – delle competenze speciali in materia di rifiuti (solitamente attribuite alla Regione).

Il comma 1 attribuisce al Commissario straordinario del Governo al fine di assicurare gli interventi funzionali alle celebrazioni del Giubileo della Chiesa cattolica per il 2025 le competenze in materia di gestione dei rifiuti e di autorizzazioni assegnate alle regioni; a tal proposito, il Commissario potrà:

i.                     predisporre e adottare il piano di gestione dei rifiuti di Roma Capitale;

ii.                   regolamentare le attività di gestione dei rifiuti, ivi compresa la raccolta differenziata dei rifiuti urbani, anche pericolosi;

iii.                 elaborare e approvare il piano per la bonifica delle aree inquinate; e

iv.                 approvare i progetti di nuovi impianti per la gestione di rifiuti, anche pericolosi, assicurando la realizzazione di tali impianti e autorizzando le modifiche degli impianti esistenti, fatte salve le competenze statali.

 

Previous
Previous

Il (necessario) rialzo dei tassi da parte della BCE

Next
Next

Oltre la crisi di governo.